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venerdì 30 novembre 2012

Festa d'estate - Remco Campert - Elliot Edizioni


FESTA D’ESTATE – Remco Campert

Edizioni Elliot - 2012





Ho scoperto questo libro per caso girovagando tra i blog letterari e mi sono innamorata subito della copertina che trovo fantastica. Poi la storia ha fatto il resto e quindi eccomi qui a recensirlo e a consigliarvi di leggerlo.

In pillole:
“Festa d’estate” è la storia di Mees, Boeile e Panda, tre ragazzi che, nel pieno della loro giovinezza, vogliono godersi la vita e spremerla fino all’ultima goccia di succo che questa può offrire loro.

Temi:
Il tema principale e prevalente è quello della gioventù bruciata, della febbre del sabato sera, del voler mordere la vita in ogni sua parte. Secondariamente, quando viene descritta la giovinezza di Mees, ritroviamo anche il tema dell’abbandono che questo subisce quando padre e madre divorziano; quello dei sogni di Boeile che però è tentato di sacrificare per assomigliare di più a Mees.

Leggilo se:
·         Vuoi provare a capire i giovani d’oggi e la loro voglia di vivere
·         Vuoi rivivere la tua giovinezza
·        Vuoi rivivere i ruggenti anni ‘60

Non leggerlo se:
·        Hai dei pregiudizi sui giovani e sul loro modo di vivere
·         Non condividi la loro voglia di vivere a tutto tondo
·         Non tolleri il credo “sesso, droga e rock ‘n’ roll”





Veniamo a noi:
Il libro inizia con questa frase: «La vita è deeeliziosa» pronunciata da Panda: un romanzo con un incipit come questo non può che essere meraviglioso. È questo quello che ho pensato non appena l’ho letto e l’ho subito fatto mio perché, anche per me, la vita è meravigliosa, basta solo saperla prendere nel verso giusto e saper godere di quello che ti da.
Questi tre ragazzi sono belli, giovani e disposti a rischiare, hanno voglia di vivere, si buttano a capofitto nella vita e la vita risponde donandogli ciò che vogliono: sesso, feste, alcol, ma anche un po’ di successo e un po’ di fama.
Indipendentemente dai fatti che vengono raccontati, capibili o meno, condivisibili o no, secondo me è importante il messaggio che sta dietro: la vita va vissuta in modo attivo. I sogni vanno inseguiti e perseguiti. A volte bisogna buttarsi, provare e rischiare e sa va male bisogna alzarsi e ritentare di nuovo.

La frase che mi piace:
«La vita è deeeliziosa» disse Panda.
«Sìì» disse Mees con un sospiro.

Recensito da Francesca per The Social Reading

mercoledì 21 novembre 2012

Mare al mattino - Margaret Mazzantini (Einaudi 2011)


Mare al mattino

Margaret Mazzantini
Einaudi 2011


Mi piace molto la scrittura emotiva e viscerale, viva e umana dell’autrice. Avevo già avuto modo di apprezzarla in “Non ti muovere”, che resta uno dei miei libri preferiti e, prima di accingermi alla lettura del famosissimo e consigliatissimo “Venuto al mondo” ho preferito dedicarmi a qualcosa di più breve, ma non per questo privo di un grande spessore.

In pillole
Il romanzo racconta di due viaggi, di due madri e due figli, Jamila e Farid, Angelina e Vito.
Jamila e Farid fuggono dalla loro casa nel deserto a causa della guerra. Lasciano la loro esistenza povera ma felice, i giochi, le danze, i profumi del deserto.
 Farid ha un appuntamento quotidiano con una gazzella che si presenta a  casa sua nel suo giardino e si fa imboccare da lui, ma un giorno Farid mancherà all'appuntamento perché è dovuto scappare e lascerà la ferinità dell’animale addomesticato, docile ed affidabile per la malvagità umana, per un viaggio della speranza, prima attraverso il deserto, poi attraverso il mare.
Angelina e Vito vivono in Sicilia. Angelina è un’insegnante separata dal marito avvocato. Vito ha appena sostenuto l’esame di maturità e non sa che fare della sua vita. Forse per fare una scelta bisogna ritornare alle origini. Così madre e figlio ritornano in Libia.
Angelina era stata araba per i primi undici anni della sua vita, quando la Libia era una colonia dell’Italia. Dopo la fine della guerra Angelina e la sua famiglia erano stati costretti a ritornare in Italia, abbandonando la propria casa, il proprio lavoro, la scuola, le amicizie, gli amori, la vita.
Giunti in Italia sono stati trattati da profughi pur essendo italiani. Una condizione ibrida, né italiani, né clandestini, cosa che porterà Angelina a cercare una propria collocazione per lungo tempo, fino ad assuefarsi a questa condizione di precarietà, che trasmetterà senza volerlo anche al figlio, anche dopo che si sarà sposata, sarà una condizione e sensazione che non la abbandonerà mai e che si trasmetterà quasi come un peccato originale.
Il ritorno in Libia alla ricerca della propria casa, dei defunti, di vecchi amori, di promesse. Ma molte cose sono cambiate.
           


Temi
Le due storie sono separate ma si toccano. Il trait d’union è il mare, che separa e unisce. Le unisce l’elemento del viaggio, il desiderio di una vita migliore, la ricerca, il mare che separa le coste e che separa le vite. Le unisce un amuleto ritrovato sulla spiaggia.
Anche i personaggi sono uniti dal mare, il mare come forza per ritrovare sé stessi, come mezzo per alienarsi dal mondo per Angelina e Vito, il mare come speranza, per  Jamila e Farid.
Ciò che sembra essere la salvezza per Jamila e Farid, e per tutte le anime che realmente ogni giorno perdono la vita anelando a quelle coste, la Sicilia, è una condanna per la famiglia di Angelina (e di conseguenza anche per Vito), cui è stata strappata la terra sotto i piedi, estirpate le radici.
La Sicilia, che non si può definire, la Sicilia che è e basta, nella sua grandezza, per Angelina e la sua famiglia è solo negatività, rappresenta l’approdo dopo la tragedia, lo strappo dalla vita, per condurre la vita di qualcun altro, nel corpo si sé stessi.
Ciò che unisce queste due coppie di madri e figli è, oltre l’amore materno, l’esistenza precaria, sia nella materialità sia nelle sensazioni, descritte benissimo dall’autrice.

Leggilo se
Hai voglia di una lettura riflessiva ma allo stesso tempo scorrevole, lo stile di scrittura infatti è comprensibilissimo, il libro si divora ed è breve, ma il tema è impegnativo.
Cerchi un libro che riesca a prenderti, che ti lasci qualcosa, con una scrittura, come quella di Margaret Mazzantini, molto viscerale, che trasporta con sé il lettore non solo attraverso gli eventi ma anche attraverso le emozioni.

Non leggerlo se
Hai voglia di una lettura superficiale, solo divertente, senza che ti lasci spunti di riflessione.

Veniamo a noi
Promesse ed abbandoni, rimpianti, rabbia, alienazione, colpe individuali, colpe collettive.
Come il destino e le colpe dei genitori e della società si possono ripercuotere sui figli? Come le mentalità radicate  da secoli si rinvengono inaspettatamente nelle problematiche attuali, con le quali apparentemente non hanno legame? Quale è l’origine di temi scottanti come l’intolleranza e il razzismo?
Questo libro fa riflettere su come per costruire il nostro futuro bisogna ripartire dal passato, sia a livello individuale, sia familiare (come nel caso di Angelina e Vito) sia a livello collettivo.

Frase che mi piace

     “il mare è un mondo a sé, un mondo nel mondo, con le sue leggi, la sua forza. Si allarga, si solleva”.


Recensito da: Miriam Caputo

martedì 6 novembre 2012

A casa - Toni Morrison - Frassinelli 2012


A CASA
(TONI MORRISON - 2012)
Frassinelli

Ho preso questo libro perché avevo letto una bella recensione che ne parlava e ho scoperto molto di più di un semplice racconto, ho trovato una scrittrice unica, speciale.


Chi è Toni Morrison:
Toni Morrison è nata a Lorain, nell’Ohio, da una famiglia di operai nel 1931. Premio Nobel per la letteratura nel 1993, è la più importante scrittrice afroamericana contemporanea, prima donna di colore a ottenere questo riconoscimento.
Toni Morrison ha contribuito a riscrivere e a diffondere la storia della sua comunità, dando voce in particolare alle donne, protagoniste silenziose di secoli di oppressione.
Insegna all’università di Princeton. È autrice di libri che sono ormai pietre miliari della letteratura anglosassone. Nel 2012 il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama le ha consegnato la Medal of Freedom, la massima onorificenza civile negli USA.

In pillole:  
Frank Money è un superstite di guerra, quella guerra in Corea di cui pochi parlano, come se fosse una guerra di serie B, ma che ha lasciato segni profondi in chi l’ha vissuta.
Frank è ferito dentro, ha perso tutto: i migliori amici che ha visto morire e la stima di se stesso, la sua identità.
Frank fatica a capirsi e perdonarsi per essersi perso.
Solo la sorella in pericolo gli permetterà di uscire dal torpore della mente e di sentirsi ancora utile.
Grazie a Cee, la sorella minore che ha passato la vita ad essere vittima inerme degli altri (la nonna, il marito, il datore di lavoro...), Frank potrà riappropriarsi di sè, della sua terra d’origine e della sua storia.
E questo percorso porterà i due fratelli a riconoscersi e ricongiungersi, come due animali che si leccano le ferite a vicenda.

Temi: la guerra, i soprusi, il dolore della mente.
Il tutto su uno sfondo di razzismo ancora persistente nell’america degli anni ’50.
Tutto ciò però è accennato, non aspettatevi un racconto in cui vi si spiegano letteralmente le cose, dovete intuirle, sentirle, capirle con la vostra parte più intima.
A me, che la guerra non l’ho mai vissuta, questa scrittura me l’ha fatta in parte – credo - intuire: frasi che restano sospese, una scrittura fatta di sprazzi, frammenti, come bombe lanciate qua e là.




Leggilo se:
  • Vuoi iniziare a conoscere una scrittrice impegnata ed impegnativa
  • Vuoi provare a capire come la guerra distrugge le menti e i corpi delle persone
  • Hai voglia di scoprire un nuovo significato di CASA, di radici (Home)

Non leggerlo se: sei alla ricerca di un libro spensierato

Veniamo a noi: Quanto gli eventi ci modificano, ci rovinano, fanno di noi persone diverse da come eravamo?
E c’è sempre una speranza di redenzione?
Una famiglia anaffettiva provoca dei danni alla nostra personalità, la guerra ci distrugge dentro e fuori, il razzismo annulla la nostra autostima...ma si può fare ancora qualcosa per non soccombere agli eventi e mettere insieme i pezzi di una vita che sembra irrimediabilmente distrutta? Questo racconto ci dà una speranza, ci fa intravedere una  piccola luce in fondo al tunnel, un cammino fatto di un ritorno alle origini, alla propria terra, alla solidarietà operosa dei nostri simili e ad un gesto simbolico, la creazione di un quilt che serve ad unire tutti i pezzi della nostra vita passata prima di farceli mettere via definitivamente.


La Frase che mi piace: “I veterani classificavano le battaglie e le guerre secondo il numero di vittime (...). Più erano i morti, maggiore era il coraggio dei combattenti, non la stupidità dei comandanti.”