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mercoledì 21 novembre 2012

Mare al mattino - Margaret Mazzantini (Einaudi 2011)


Mare al mattino

Margaret Mazzantini
Einaudi 2011


Mi piace molto la scrittura emotiva e viscerale, viva e umana dell’autrice. Avevo già avuto modo di apprezzarla in “Non ti muovere”, che resta uno dei miei libri preferiti e, prima di accingermi alla lettura del famosissimo e consigliatissimo “Venuto al mondo” ho preferito dedicarmi a qualcosa di più breve, ma non per questo privo di un grande spessore.

In pillole
Il romanzo racconta di due viaggi, di due madri e due figli, Jamila e Farid, Angelina e Vito.
Jamila e Farid fuggono dalla loro casa nel deserto a causa della guerra. Lasciano la loro esistenza povera ma felice, i giochi, le danze, i profumi del deserto.
 Farid ha un appuntamento quotidiano con una gazzella che si presenta a  casa sua nel suo giardino e si fa imboccare da lui, ma un giorno Farid mancherà all'appuntamento perché è dovuto scappare e lascerà la ferinità dell’animale addomesticato, docile ed affidabile per la malvagità umana, per un viaggio della speranza, prima attraverso il deserto, poi attraverso il mare.
Angelina e Vito vivono in Sicilia. Angelina è un’insegnante separata dal marito avvocato. Vito ha appena sostenuto l’esame di maturità e non sa che fare della sua vita. Forse per fare una scelta bisogna ritornare alle origini. Così madre e figlio ritornano in Libia.
Angelina era stata araba per i primi undici anni della sua vita, quando la Libia era una colonia dell’Italia. Dopo la fine della guerra Angelina e la sua famiglia erano stati costretti a ritornare in Italia, abbandonando la propria casa, il proprio lavoro, la scuola, le amicizie, gli amori, la vita.
Giunti in Italia sono stati trattati da profughi pur essendo italiani. Una condizione ibrida, né italiani, né clandestini, cosa che porterà Angelina a cercare una propria collocazione per lungo tempo, fino ad assuefarsi a questa condizione di precarietà, che trasmetterà senza volerlo anche al figlio, anche dopo che si sarà sposata, sarà una condizione e sensazione che non la abbandonerà mai e che si trasmetterà quasi come un peccato originale.
Il ritorno in Libia alla ricerca della propria casa, dei defunti, di vecchi amori, di promesse. Ma molte cose sono cambiate.
           


Temi
Le due storie sono separate ma si toccano. Il trait d’union è il mare, che separa e unisce. Le unisce l’elemento del viaggio, il desiderio di una vita migliore, la ricerca, il mare che separa le coste e che separa le vite. Le unisce un amuleto ritrovato sulla spiaggia.
Anche i personaggi sono uniti dal mare, il mare come forza per ritrovare sé stessi, come mezzo per alienarsi dal mondo per Angelina e Vito, il mare come speranza, per  Jamila e Farid.
Ciò che sembra essere la salvezza per Jamila e Farid, e per tutte le anime che realmente ogni giorno perdono la vita anelando a quelle coste, la Sicilia, è una condanna per la famiglia di Angelina (e di conseguenza anche per Vito), cui è stata strappata la terra sotto i piedi, estirpate le radici.
La Sicilia, che non si può definire, la Sicilia che è e basta, nella sua grandezza, per Angelina e la sua famiglia è solo negatività, rappresenta l’approdo dopo la tragedia, lo strappo dalla vita, per condurre la vita di qualcun altro, nel corpo si sé stessi.
Ciò che unisce queste due coppie di madri e figli è, oltre l’amore materno, l’esistenza precaria, sia nella materialità sia nelle sensazioni, descritte benissimo dall’autrice.

Leggilo se
Hai voglia di una lettura riflessiva ma allo stesso tempo scorrevole, lo stile di scrittura infatti è comprensibilissimo, il libro si divora ed è breve, ma il tema è impegnativo.
Cerchi un libro che riesca a prenderti, che ti lasci qualcosa, con una scrittura, come quella di Margaret Mazzantini, molto viscerale, che trasporta con sé il lettore non solo attraverso gli eventi ma anche attraverso le emozioni.

Non leggerlo se
Hai voglia di una lettura superficiale, solo divertente, senza che ti lasci spunti di riflessione.

Veniamo a noi
Promesse ed abbandoni, rimpianti, rabbia, alienazione, colpe individuali, colpe collettive.
Come il destino e le colpe dei genitori e della società si possono ripercuotere sui figli? Come le mentalità radicate  da secoli si rinvengono inaspettatamente nelle problematiche attuali, con le quali apparentemente non hanno legame? Quale è l’origine di temi scottanti come l’intolleranza e il razzismo?
Questo libro fa riflettere su come per costruire il nostro futuro bisogna ripartire dal passato, sia a livello individuale, sia familiare (come nel caso di Angelina e Vito) sia a livello collettivo.

Frase che mi piace

     “il mare è un mondo a sé, un mondo nel mondo, con le sue leggi, la sua forza. Si allarga, si solleva”.


Recensito da: Miriam Caputo

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