Le ragazze di Ventas
(Dulce Chacón –
2005)
Edizioni Neri Pozza
Avete bisogno di una bella dose di energia e di una sferzata di coraggio tutta al femminile?
Ecco a voi la fragolosissima recensione della settimana a cura di Strawberry :-)
...che donne!!!!!
In pillole:
Nel carcere
femminile di Ventas, a Madrid, Hortensia, Elvira, Tomasa, Reme sono costrette a
scontare una condanna per le azioni di guerriglia e resistenza al regime di
Francisco Franco, insediatosi dopo tre anni di sanguinosa guerra civile. Le
loro vite, segnate dal dolore e dal silenzio a cui sono costrette dalla vita in
prigione e dal nuovo regime, s’intrecceranno inesorabilmente le une alle altre
e diverranno testimonianza del coraggio e della dignità umana e femminile di
uno dei periodi più oscuri della storia contemporanea spagnola.
Temi: il libro narra una storia di dolore e sofferenza,
ma anche d’amore e di speranza. L’universo femminile è descritto
dettagliatamente e la tematica del corpo è ben evidenziata in ognuna delle
storie di queste donne, che vivono sulla loro pelle la repressione franchista.
Non manca la prospettiva storica, analizzata e rappresentata in maniera attenta
e verosimile.
Leggilo se:
·
Se pensi
che la Storia possa sempre insegnarci qualcosa
·
Se ti
piacciono le storie al femminile e le tematiche di genere
·
Se
stai cercando una lettura che ti emozioni ma che, allo stesso tempo, ti impegni
intellettualmente
Non leggerlo se:
·
Sei
in un periodo di svago
·
Non
ami le ambientazioni storiche
Veniamo a noi:
Una degli
elementi chiave del romanzo di Dulce Chacón è sicuramente la scelta di mettere
al centro della narrazione la donna.
L’universo di Le ragazze di Ventas è, senza dubbio, un universo femminile. Non
che manchino i personaggi maschili né che i loro ruoli nell’intreccio sono
irrilevanti. Tuttavia l’autrice sceglie di porre questi uomini al margine.
Così, mentre gli uomini si rinchiudono nella loro paura e nei loro rimorsi o si
danno alla macchia per non farsi catturare dagli uomini della Falange, le donne
restano ad affrontare la realtà e quel silenzio a cui sono condannate, che ben
presto però si trasforma nella loro arma per continuare a resistere, a sperare,
a vivere.
Credo che questo
sia, forse, l’aspetto che più le rende vicine al lettore o, per meglio dire,
alla lettrice. Sono tante le storie di donne condannate al silenzio per più di
un motivo e che lottano per avere voce. E sono tante, anche, le donne che,
senza dichiarazioni urlate, senza esclamazioni pubbliche, ma in maniera
discreta, silenziosa, compiono azioni
importanti, atti coraggiosi o semplicemente affrontano una quotidianità che
potrebbe avere dello straordinario ma che esse vivono come normalità. Di esempi
ce ne sarebbero tanti e mi viene in mente quello di Rossella Urru, una ragazza
straordinaria che nessuno di noi conosceva ma che nel suo piccolo, senza
sbandierare alcunché, si impegnava a rendere questo mondo migliore. Il suo
rapimento, giustamente riecheggiato su ogni mezzo di comunicazione, ce l’ha
fatta conoscere e spero tanto che Rossella possa presto tornare a quella sua
quotidianità silenziosa che le permetteva di inseguire i suoi sogni.
La Frase che mi piace:
“Forse il tempo si misura in parole. Nelle
parole che si dicono. E in quelle mai pronunciate.”
Libro davvero emozionante...:-)
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